10 insegnamenti di marketing sul campo

03.04.2022

Come dalle interazioni ad un semplice post su Facebook, si possono trarre importanti informazioni di marketing strategico e operativo.

Ora te lo racconto. 

il fatto

Ho lanciato sul mio profilo Facebook un sondaggio dedicato alla scelta tra due espressioni per descrivere una donna che svolge la professione forense:

AVVOCATO o AVVOCATA?

Un semplice post scritto,  senza accompagnamento fotografico, senza emoticon, con poche parole e senza spiegazioni, se non precisando che la risposta serviva per una mia cliente e niente di più sul motivo.

Il giorno di pubblicazione: sabato.

Il giorno successivo (domenica) ho svelato l'antefatto, ossia il perché del sondaggio, che spiegherò anche qui di seguito e ho invitato le persone a iscriversi al mio gruppo FB per conoscere gli importanti insegnamenti di marketing che ho ricavato dalle interazioni e che scriverò in questo articolo.

Anche in questo caso post scritto, senza accompagnamento fotografico. 

l'antefatto

Il sondaggio è nato più da una curiosità che da un'esigenza concreta.

Sto lavorando su un nuovo progetto legale con presenza digitale di una mia cliente che comprende anche la revisione totale del suo sito.

Il sito attuale della mia cliente non risulta, infatti, rappresentativo né della sua persona, né della sua professione, né tanto meno della nuova iniziativa che sta per lanciare.

Qualcuno ha fatto il sito per lei e tra i vari elementi spiccava la parola Avvocata nella sua bio, inserita su iniziativa di chi ha creato il sito, senza chiedere all'interessata. In altre parole non è stata scelta dalla mia cliente.

Tenerla o non tenerla?

Da qui l'idea di sottoporre la questione ad un pubblico più vasto.

i risultati

Il sondaggio ha raccolto centinaia di commenti contro ogni aspettativa.

Risultato inaspettato, se ci regolassimo solo sull'andamento di Facebook:

un post senza fotografia, per di più pubblicato di sabato, che insieme alla domenica e agli altri festivi e prefestivi, è uno dei giorni peggiori per avere interazioni; questo non tanto perché Facebook è più parsimonioso nei giorni non lavorativi, ma semplicemente perché la gente esce di più.

Il contenuto dei commenti:

- espressione della preferenza in maniera secca senza spiegazioni

- espressione della preferenza con spiegazioni semplici o articolate

- commenti contenenti giudizi sul perché del sondaggio e sulla persona della mia cliente

- commenti contenenti espressioni offensive nei confronti di chi ha espresso una preferenza diversa

- commenti con lezioni di italiano sulle parole e sul genere (a questo proposito anche per chi legge qui, va precisato che la parola avvocata esiste ed è stata accolta ufficialmente nella lingua italiana, come continua, comunque, ad essere considerato corretto anche l'uso del termine avvocato riferito ad una donna)

- commenti con battute

Chi ha commentato?

I commenti sono arrivati da moltissime persone, con un buon numero di nominativi a me sconosciuti, facenti parte della mia rete, ma che prima di quel momento non avevano mai interagito con i miei post.

I commenti sono continuati anche il giorno successivo.

Il risultato del sondaggio:

Ne parlo perché anche da questo ricavo importanti insegnamenti di marketing.

Ha decisamente vinto l'espressione tradizionale AVVOCATO declinata al maschile.

Non entro nel merito della preferenza, perché di fatto la mia opinione non ha alcuna rilevanza ai fini di questo articolo.

Il post successivo, pubblicato sull'ondata altissima di engagement del sondaggio, non ha avuto, invece, lo stesso effetto: poche interazioni soprattutto da persone che già normalmente interagiscono con me.

E ora passiamo agli insegnamenti di marketing 

gli insegnamenti

1. principio di familiarità

Il fatto che abbia vinto il termine maschile risponde ad un principio radicato che ritorna anche nel marketing: il principio di familiarità.

Siamo esseri abitudinari e siamo legati alla tradizione.

Quando introduciamo qualcosa di innovativo, è sempre bene partire dal familiare.  Questo vale in tutto e in qualunque attività.

Naturalmente nel caso di specie non ha un effetto così dirompente, perché non credo che sia davvero determinante la scelta tra avvocato e avvocata, ma l'esperimento ha confermato la validità del principio di familiarità.

Da qui consegue un altro principio che riguarda la vicenda concreta.

Ora lo vediamo.

2. La scelta delle parole spetta alla persona interessata.

Chi si occupa di supportare le persone nella creazione di contenuti, non può prendere decisioni lessicali al posto del suo cliente, soprattutto quando il lessico si pone contro corrente e non è così familiare nel pubblico di riferimento.

Questo denota che chi ha fatto il sito della mia cliente non si è posto il problema del principio di familiarità e ha dato per scontata una scelta lessicale che invece non lo è affatto.

3. le parole evocano mondi

Scegliere bene le parole ha la sua importanza perché ci sono scelte lessicali che per alcuni rappresentano ben oltre la parola. 

Nel nostro caso per esempio, la scelta ha toccato temi come la posizione della donna nel mondo del lavoro:

- chi ritiene necessario declinare al femminile come risultato di uno status di diritto finalmente raggiunto

- chi ritiene che cambiare le parole per rafforzare uno status, in realtà ne esalta la debolezza

- chi ritiene che non abbia alcuna importanza parlare di tutto questo.

Non entro nel merito delle varie opinioni, perché anche in questo caso non ha alcuna utilità per questo articolo.

Ciò che conta è il fatto che è opportuno essere consapevoli che la scelta di alcune parole va ben oltre la parola e apre mondi spesso in contrapposizione.

La scelta deve essere sempre consapevole e ponderata.

4. la propensione al giudizio

Alle persone piace dare giudizi e interpretazioni.

Meno scrivi sul motivo di una domanda e più i giudizi e le interpretazioni della faccenda aumentano.

Il mio post è stato volutamente impostato in questo modo, senza spiegare apertamente l'antefatto. 

Un post che pone una domanda senza spiegare il motivo, aumenta l'engagement perché stimola le persone a dire la loro.

Se scegli questa via, devi però accettare che qualcuno dica qualcosa di non gradito.

5. il potere di engagement dei contenuti partecipativi semplici

Fai una domanda e aumenti la probabilità di avere interazioni, semplicemente perché le persone amano dire la loro. 

Questo non funziona sempre in realtà. Funziona quando la domanda richiede risposte poco impegnative a livello intellettivo.

Una domanda con due opzioni è perfetta. Si tratta solo di scegliere e di scriverlo.

Se avessi scritto il post diversamente, per esempio chiedendo di dirmi come chiamare una donna che svolge la professione legale, le risposte sarebbero state numericamente inferiori. Sono pronta a scommettere sulla differenza di risultato.

6. Il potere di engagement delle domande che implicano schieramenti

Le domande che comportano una semplice scelta tra A e B, già di per sé, per il minimo sforzo che richiedono, favoriscono le interazioni.

L'engagement aumenta ancora di più se la risposta, per una buona parte delle persone, significa esprimere tutto un patrimonio sociale e persino emotivo, come è avvenuto in questo caso da parte di alcune donne.

Naturalmente non consiglio di usare sempre contenuti di questo tipo (anzi lo sconsiglio proprio) perché aprono polemiche.

7. l'algoritmo è influenzabile

Chi usa Facebook sa - e chi non lo sa è meglio che lo sappia - che attualmente (oggi é così, domani non si sa, perché le regole dell'algoritmo non valgono per sempre) funzionano molto di più i post scritti accompagnati da una fotografia, possibilmente personale (il classico primo piano della nostra faccia).

In questo caso abbiamo, invece, dimostrato che esistono altre forme di post idonee a stuzzicare l'algoritmo.

Come è successo?

Il format della domanda semplice con contrapposizioni significative è stato in grado di far intervenire molte persone subito e questo è stato determinante. 

Quando nelle prime ore ci sono molte interazioni, seguite anche dalle risposte di chi ha pubblicato, l'algoritmo lo qualifica come un contenuto interessante ed inizia ad alzare la sua visibilità nella rete di contatti del creatore del contenuto. 

Abbiamo quindi dimostrato che non è per forza la foto a stimolare l'algoritmo.

8. gli effetti benefici dell'engagement

Alzare l'engagement significa ampliare la portata di visibilità dei tuoi post.

Chi non aveva mai interagito con i tuoi post è possibile che non lo abbia fatto perché prima non li vedeva. In altri termini, l'algoritmo non si era spinto così tanto nella tua rete di contatti e ad alcune persone non ha fatto vedere niente (o poco) di quello che hai divulgato.

Teoricamente (e poi vedremo perché teoricamente) le persone che hanno interagito avranno più probabilità di vedere i post che pubblicherai in futuro e tu potrai vedere i loro, con maggiore possibilità di ampliare la cerchia delle persone con cui normalmente interagisci.

9. l'engagement non è un diamante - non dura per sempre

Anzi dura proprio poco.

Pubblicando il post della domenica che ho appositamente divulgato per testare l'ondata di engagement del giorno prima, ho avuto modo di confermare quanto avevo già osservato in passato:

- il nuovo post non ha ottenuto gli stessi effetti, neppure lontanamente

- il vecchio post continua a generare interazioni

In realtà, quando pubblichi in maniera ravvicinata un altro post (in questo caso il giorno dopo e quindi non ravvicinatissima), Facebook è ancora interessato al post precedente, perché dal suo punto di vista ha funzionato, con la conseguenza che l'algoritmo continua a spingerlo e a considerare meno importante l'altro.

Se aspetti più tempo a pubblicare un nuovo post, l'ondata di engagement raccolta con il famoso contenuto super cliccato sarebbe ormai scemata, con poco strascico positivo per i post successivi.

Quindi alla fine dobbiamo sempre rimboccarci le maniche.

10. Con l'engagement non mangi a meno che...

Con i like e i commenti la tua professione non va molto lontano. Non sono di certo i post da engagement facile a farti diventare un punto di riferimento del tuo settore.

Vanno quindi utilizzati con moderazione e quando li usi dovrebbero avere un successivo impiego di approfondimento che denota significato e competenza.

Con questo articolo, l'ho appena fatto: ho appena dato valore ad una semplice domanda da ingaggio, degna di una rivista leggera e di quiz da spiaggia.

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