Procrastinazione negli obiettivi personali.

17.08.2020
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
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La procrastinazione è uno degli argomenti più gettonati e, quindi, nascono le proposte di soluzione. É arrivato anche il mio turno, ma il compito che sento di poter assolvere seriamente non è, tuttavia, una soluzione generale, fatta di discipline del mattino o di mindset ideale, che troverete nella maggior parte degli articoli, post e video sull'argomento, a cui sono un po' allergica, per il semplice motivo che non siamo tutti uguali e che anche la procrastinazione ha le sue variabili.

Non esiste un'unica categoria del problema, come non esiste un rimedio definitivo valido in ogni caso. Per questa ragione, sento che è importante fare chiarezza sui tipi di procrastinazione e sulle diverse cause che caratterizzano le situazioni singolari.

Intanto bisogna distinguere tra procrastinazione nelle cose che devi fare e procrastinazione nelle cose che, invece, vuoi fare, argomenti a cui è necessario dedicare spazi distinti.

In questo articolo, parto dalla seconda ipotesi:

La procrastinazione negli obiettivi personali.  

Può trattarsi di una procrastinazione seriale, da intendersi come una difficoltà generalizzata a portare avanti qualunque obiettivo prefissato o di una procrastinazione occasionale specifica, legata al tipo di obiettivo o al momento della vita che si attraversa.

Vediamo nel dettaglio le varie situazioni.

1. La procrastinazione seriale per pigrizia.

Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay
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Quando si parla di procrastinazione spesso si fa riferimento a questa tipologia, che viene ricondotta ad una sorta di caratteristica personale propria delle persone pigre e poco organizzate in generale, ma anche dietro la pigrizia c'è altro.

Studiando e insegnando l'enneagramma della personalità, la tipologia numero 9 (il mediatore) è, per esempio, caratterizzata dal vizio dell'accidia, con grandi difficoltà a portare avanti obiettivi. In realtà, il tipo 9 non agisce, non tanto perché è pigro per antonomasia, ma perché detesta il conflitto. Agire comporta esposizione all'esterno ed esporsi significa trovarsi potenzialmente in conflitto con persone, con situazioni e con la vita in generale. Per questo finisce per comportarsi da pigro. La pigrizia è una conseguenza e non la causa.

In questi casi, per uscire dalla procrastinazione occorre educarsi all'esposizione, in maniera graduale a piccoli passi, molto piccoli, senza forzare troppo, altrimenti l'effetto può essere quello opposto.

Se senti che la tua pigrizia è costante e diffusa in maniera generalizzata nella tua vita, puoi provare a darti piccoli obiettivi, con scadenze chiare e un pizzico di disciplina, senza esagerare e senza pretendere un cambiamento radicale in poco tempo.

2. La procrastinazione seriale per iperattività mentale.

Foto di Mediamodifier da Pixabay
Foto di Mediamodifier da Pixabay

In questo caso il mollare un obiettivo o il rimandare non discendono dalla pigrizia, ma da un assetto opposto di iperattività mentale.

Si tratta di una caratteristica delle persone con molti interessi, spesso fluttuanti e destinati a durare poco nel tempo.

Questo tipo di problematica è tipica dei multipotenziali, ossia quelle persone che hanno molti interessi e hanno anche le capacità concrete per svilupparli; tuttavia, nonostante queste abilità, che possono essere considerate un dono, la quantità di idee pulsanti e di progetti rendono in concreto le cose difficili, mettendo a dura prova la capacità di mantenere l'attenzione a lungo su un obiettivo, per il semplice motivo che ne arriva un altro apparentemente più interessante, destinato, con tutta probabilità, a fare la stessa fine di quello precedente. In altri casi, il multipotenziale desidera coltivare tutto, ma va ugualmente in tilt, perché è troppo quello che vorrebbe gestire contemporaneamente.

In entrambi i casi, per moderare il problema, è importante educarsi all'integrazione, affinando la capacità di mantenere un assetto aperto e fluido idoneo a contenere e accogliere le nuove idee, senza demolire completamente quello che si è appena iniziato. Per questo è consigliabile per i multipotenziali creare situazioni di lavoro autonomo con una cornice molto ampia, evitando le nicchie troppo strette oppure avere un lavoro dipendente che consenta di esprimere uno spazio creativo di autonomia o, quando non è possibile, un lavoro dipendente qualunque, non necessariamente gratificante, ma che richieda poco impegno in termini di tempo e di energia, in modo tale da avere ampi spazi di tempo libero per la progettualità.

Oltre a questo assetto lavorativo, se senti di appartenere a questa categoria, i miei consigli sono due:

- introduci qualche sistema organizzativo, come un calendario sistematico e una matrice del tempo (il quadrante di Covey, per esempio, su cui non mi soffermo perché trovi molto in rete) che ti aiuterà a ordinare i tuoi impegni e a non perderli di vista;

- fai, in ogni caso, pace con la tua molteplicità e con la distrazione che inevitabilmente ne consegue. Se arriva un'idea che ti sembra migliore, seguila e sii fluido come l'acqua senza vederti come una persona inconcludente. La sperimentazione e la flessibilità sono molto diverse dalla procrastinazione e dal non agire. La vita per te sarà un arcobaleno di esperienze anche se nessun colore ti sarà appartenuto fino in fondo. Non sei peggiore delle persone che scelgono un colore per sempre e ne conoscono ogni sfumatura. Si tratta di approcci diversi, ma ugualmente validi.

3. La procrastinazione seriale per noia.

Foto di Gerhard G. da Pixabay
Foto di Gerhard G. da Pixabay

Molto diversa dalla situazione del multipotenziale è quella di chi si annoia facilmente. Spesso persone perennemente distratte e incapaci di mantenere l'attenzione a lungo su un obiettivo si riconoscono erroneamente nella categoria dei multipotenziali. L'errore risiede nel fatto che il multipotenziale non si annoia; al contrario, è attratto da più cose contemporaneamente o è attratto da qualcosa di più interessante e stimolante di ciò che ha appena iniziato. Il multipotenziale non conosce la parola noia.

La situazione a cui mi riferisco riguarda, invece, quelle persone che non riescono a mantenere concentrazione in nulla, perché non trovano reale interesse in nulla. In genere non ascoltano mai pienamente le persone, non hanno argomenti che ritengono degni di essere approfonditi e non si danno obiettivi.

In questo caso non si può nemmeno parlare di procrastinazione, perché sono proprio gli obiettivi a mancare.

La procrastinazione, in ipotesi di questo tipo, è qualcosa che assomiglia di più all'apatia. Se è una caratteristica radicata, è probabile che la persona non abbia mai preso contatto con i suoi veri interessi, con le sue autentiche aspirazioni. Un buon lavoro da suggerire potrebbe essere un percorso sulla vocazione personale, per iniziare a trovare gli stimoli giusti e formulare obiettivi in linea con essi.

4. La procrastinazione seriale da progetto perfetto.

É il caso delle persone estremamente precise tanto da sviluppare una propensione al perfezionismo che rischia di bloccare l'azione.

Foto di 3D Animation Production Company da Pixabay
Foto di 3D Animation Production Company da Pixabay

Ritornando all'enneagramma della personalità, questa caratteristica è tipica della tipologia n. 1 (il perfezionista).

In questo caso la procrastinazione si traduce in una continua tensione al miglioramento del progetto, tanto da rimandare di volta in volta l'iniziativa concreta, sul presupposto che si può fare di più. Il progetto non finisce mai e gli obiettivi rimangono sulla carta.

In questo caso suggerire discipline è deleterio, perché la persona perfezionista è già abbastanza rigida con se stessa e se per caso non riesce a seguire pedissequamente le regole si sente inadeguata e finisce per non fare più nulla.

Se senti che la tua procrastinazione discende dall'eccesso di precisione, i miei consigli sono questi:

  • iniziare ad educare il tuo giudice interiore con queste domande: Quando posso dire che il mio progetto è perfetto? Da che cosa lo posso capire? Che cosa può succedere in concreto se il progetto non è perfetto?

  • allentare la presa e iniziare a sperimentare a piccoli passi, proprio come ho consigliato ai pigri seriali

5. La procrastinazione seriale da inadeguatezza.

Questa ipotesi può essere legata a quella appena trattata, ma ci sono altri casi in cui, indipendentemente dal perfezionismo cronico, le persone non agiscono perché non si sentono all'altezza dell'obiettivo che si sono date e non riescono ad esporsi neppure nei piccoli passi intermedi.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Nel caso del perfezionista, non è la persona a sentirsi inadeguata, ma è il progetto a essere visto come suscettibile di perenne miglioramento, compito che il perfezionista sente di poter assolvere, cadendo nella trappola dell'eccesso di precisione.

Il caso, invece, a cui mi riferisco è quello delle persone che non si sentono mai abbastanza pronte per uscire allo scoperto, non si sentono abbastanza capaci e credibili, nonostante la preparazione e l'abilità.

In questo caso non si tratta di procrastinazione, ma di insicurezza, per la quale non esistono rimedi da "banco" (post sui social e articoletti della domenica), bensì un serio lavoro su di sé con professionisti del settore.

Se senti di essere in questa situazione, ti consiglio di lavorare su questo aspetto, prima di lavorare sui tuoi obiettivi. Accanirsi su progetti che non riuscirai a portare avanti perché non ti senti all'altezza, non farà altro che aumentare la frustrazione e il problema di fondo.

6. La procrastinazione specifica da mancanza di motivazione.

É il caso di persone che non hanno problemi di procrastinazione seriale, in quanto in molte aree della vita sono estremamente fattive e concludenti, ma di fronte ad un obiettivo (non a tutti) si sentono bloccate, tendono a procrastinare l'azione o abbandonano prima di aver sperimentato.

Non sempre si è pigri, perfezionisti, distratti o con poca autostima, a volte si tratta di problemi che hanno a che fare con gli obiettivi prefissati. Non tutti gli obiettivi sono per tutti.

Foto di Fábio Luciano Sorg da Pixabay
Foto di Fábio Luciano Sorg da Pixabay

Molte persone si arenano perché scelgono strade che non sono in sintonia con la loro vocazione personale. Magari tutto nasce da un corso entusiasmante, dall'idea di poter fare qualcosa di simile, ma dall'idea alla pratica ci sono una serie di azioni, talvolta impegnative, noiose e rischiose che, se non sono rette da una reale motivazione, non trovano sbocco.

Ho visto persone seguire le tendenze del momento soprattutto nell'ambito autonomo, non reggere il campo quando si tratta di lavorare sul serio: stanno seguendo un falso obiettivo.

Molte persone sono ottimi dipendenti, per esempio, e non hanno l'indole imprenditoriale, con la conseguenza che se insistono in progetti autonomi, magari seguendo una moda, si trovano in difficoltà perché l'obiettivo è lontano anni luce dalle loro propensioni personali. 

Se senti che stai faticando ad agire, che rimandi sempre un'azione in rapporto ad un obiettivo prefissato, chiediti prima di tutto se quello è il tuo obiettivo. Non ascoltare chi ti dice che la motivazione non conta e che solo con la disciplina ottieni le cose, perché ottenere ciò che non è tuo con la forza non ti darà l'appagamento che stai cercando.

Un lavoro di verifica dell'obiettivo e di allineamento con la tua vocazione potrebbe essere il punto di partenza per sbloccarti.

7. La procrastinazione specifica da circostanza.

Ci sono dei momenti della vita che fanno mollare e rimandare anche la persona più fattiva ed è normale. Iniziamo ad accettare le fragilità senza demonizzarle e pretendere troppo da noi stessi.

Foto di Anemone123 da Pixabay
Foto di Anemone123 da Pixabay

Hai un momento relazionale difficile? Non stai bene di salute? Hai necessità di chiarire qualcosa di importante? Sei semplicemente stanco/a?

Ebbene non è il momento di lanciare obiettivi, né di importi regole, né di compilare tabelle di marcia e dire che va tutto bene (se vuoi puoi). Ci sono i momenti no e vanno accettati, accolti e lasciati andare con i loro tempi: non amarli, ma nemmeno combatterli.

Se ti trovi in una di queste situazioni e non riesci a portare avanti un tuo obiettivo, non hai un problema di procrastinazione, non è semplicemente il momento.

Datti tempo.


Queste categorie non sono naturalmente esaustive e le sfumature possono essere molte. A volte, i casi sono ibridi e si mescolano, creando delle situazioni particolari.

A mio avviso è importante che tu riconosca la tua situazione per scegliere i correttivi e i supporti professionali più adatti. Per esempio io non ti potrei aiutare nella situazione n. 5 e nella situazione n. 7, mentre nelle altre un percorso di coaching potrebbe essere utile.

Lasciami un commento se ti risuona quello che ho scritto o se hai altre ipotesi da suggerire e se hai voglia di parlarne con me prenota una chiamata gratuita (il servizio riprende a partire da settembre, ma puoi prenotare ora).

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